Estratto dal libro: “Il ciuccio di Lilli.”
Peperone continua: “Allora parliamo di filosofia, il sillogismo naturale dice che il nome non è forma ma la forma è un nome, la parola forma, quindi la forma è nome.”
Brigante dice: “In tal caso non è forma.”
Il professore lo guarda stupito e chiede: “Sei un filosofo anche tu?”
“La materia mi interessa, ” risponde l’inglese “credo di aver capito come funziona però i concetti sono troppi e mi accontento della mia parte.”
I bicchieri si sono svuotati, li riempio e dopo aver bevuto un sorso dico: “Tutto sta a farsi scorrere, se il nome è forma il singolare è plurale.”
“No, ” dice Peperone, “il singolare non è plurale, sono due cose diverse.”
Contraddico: “Però la parola plurale è singolare.”
“E in tal caso non è plurale.” declama l’inglese ridendo.
“È vero, ” continua il professore “è il significato che cambia, la figura espressa dalla parola.”
“Dove?” gli chiedo.
Peperone pensa un attimo e risponde: “Hai detto che bisogna guardare, si vede un filosofo che nomina la forma quindi tra il soggetto nominante e l’oggetto nominato. Vista con il sillogismo la filosofia non ha più niente a che vedere con quello che ho insegnato finora, un cumulo di opinioni adattate al sistema, è matematica, una scienza esatta, è e non è, to be or not to be, that’s the question, un mondo nuovo.”
Con tono cattedratico continuo: “La figura va interpretata con la filosofia, la logica che la muove è il nominalismo di Kant, dovresti conoscerlo bene.”
Peperone ribatte: “I libri parlano di criticismo, ci sono teorie che lo associano al nominalismo ma molto confuse.”
“Il sillogismo è uno ed il suo contrario, se il nome non è forma oppure è forma quindi se non è uno è l’altro. Esaminiamo lo schema base della logica di Kant con il suo sillogismo. Il fenomeno è quel che si vede nella realtà, una pianta, una sedia, una montagna ecc. ed il noumeno l’immagine intelligibile, nel pensiero, riflessa dal fenomeno, un concetto, l’idea della pianta, della sedia, della montagna ecc.”
“Questo può essere.” Asserisce il professore.
“Fin qui la logica è vera perché il noumeno non è il fenomeno. Ogni noumeno corrisponde ad un fenomeno fin quando si arriva ad un punto che i fenomeni non ci sono più e si deve procedere con noumeni che non hanno corrispettivi nella realtà e possono essere nominati solo con un giudizio a priori. Questi noumeni trascendono dalla fisica, sembra la metafisica di Aristotele ma per lo stagirita si tratta della nominazione della forma, il linguaggio, che non è la forma nominata mentre per Kant sono figure ideali che negano le forme, idee platoniche come quella Sfinge appollaiata lassù ed il dio che dettò i comandamenti a Mosè. I noumeni trascendenti si possono definire probabilità non accertate dall’esperienza.”
Peperone interviene: “Vista così sembra facile, sono stati scritti miliaia di libri, le più svariate interpretazioni, c’è chi ci ha perso la testa e tu con due parole…”
“Tutto sta a capire il sillogismo, la cosa riguarda solo l’ambiente umanistico perché gli ingegneri informatici che si occupano di computer lo hanno già fatto da un pezzo. Il facile è la forma del difficile, i noumeni trascendenti negano la forma, se non è forma è nome, il nome è parola, la forma della parola è il linguaggio…forme che esistono solo nel linguaggio sotto forma di idee, fantasmi che si tramandano dal passato.”
L’inglese si intromette: “credo di aver capito, il noumeno è una forma negata nell’esperienza, se non è forma è nome, un a priori ed in questo modo il noumeno si inverte in fenomeno nel pensiero prendendo forma, un nome forma, quindi in questo caso la forma è nome, il concetto di forma si inverte in nome. La logica è implicita, si sviluppa automaticamente chiamando nome la forma con l’a priori.”
“Esatto, il concetto di plurale diventa singolare ed automaticamente il singolare plurale. In questo caso la forma che è universale diventa una, le parti si compattano, come dire si impietriscono ed il nome che è uno si frammenta in un lungo elenco di nomi tutti attribuiti alla stessa forma come in un albero genealogico. In realtà il nome è attribuito ad una forma che non esiste, quindi il nome è zero, nulla, il nulla non si può trasferire dalla realtà dove non esiste, il trasferimento può avvenire solo nel pensiero.